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Immagine del redattoreFarmacia Pontevecchio

Non aver paura del "gomito del tennista"!



Il gomito del tennista è il termine comune per indicare l’epicondilite laterale che consiste nell’infiammazione dei tendini dei muscoli estensori dell’avambraccio, muscoli che s’inseriscono all’esterno del gomito e permettono di sollevare la mano e il polso.


Il dolore associato all’epicondilite laterale, che in genere è più intenso durante o dopo lo sforzo o in seguito al semplice movimento compiuto dall’articolazione (addirittura a volte persiste anche a riposo), inizialmente interessa solo i tendini, ma in seguito può irradiarsi per tutta la lunghezza dei muscoli dell’avambraccio.

Nei casi più gravi anche la semplice azione di afferrare degli oggetti, anche se leggeri, può risvegliare il dolore.


La causa del gomito del tennista più menzionata dai medici è il sovraccarico dei muscoli epicondiloidei, dovuto alla ripetizione di alcuni movimenti che mettono sotto sforzo l’articolazione.


I tennista, che durante l’attività sportiva pratica più volte il cosiddetto rovescio, da qui il sovraccarico sul tendine; ma anche il semplice sollevamento di un peso notevole – gesto che può capitare di compiere con frequenza nelle più svariate professioni –, o a movimenti apparentemente innocui come quelli che facciamo quando stiamo al computer (muovere il mouse, battere sulla tastiera).

Possiamo a ogni modo dividere le cause dell’epicondilite in due gruppi: determinanti e coadiuvanti.

Tra i fattori determinanti vi sono:


  • ipersollecitazioni funzionali (la continua ripetizione di alcuni movimenti di cui parlavamo sopra);

  • microtraumi.

Tra quelli coadiuvanti annoveriamo:

  • ridotta potenza dei muscoli dell’avambraccio;

  • senescenza fisiologica del tessuto tendineo;

  • età avanzata;

  • errori tecnici di esecuzione dei meccanismi iterativi;

  • predisposizione individuale.

Non sempre è necessario ricorrere alla chirurgia e dire addio alla propria carriera da tennista, esistono infatti diversi trattamenti che possono limitare, ed in alcuni casi prevenire, il dolore.

I trattamenti includono:

  • la limitazione o l’astensione dai movimenti che provocano dolore, come quelli di sollevamento di pesi con la mano rivolta con il palmo in basso;

  • impacchi locali con ghiaccio;

  • l’applicazione di un tutore all’avambraccio in prossimità del gomito o di un tutore per il polso, utile per proteggere la muscolatura sofferente fino alla guarigione;

  • l’assunzione per bocca di farmaci anti-infiammatori e, nei casi più gravi o di lunga data, l’infiltrazione locale di cortisonici;

  • movimenti da compiere con lo scopo di distendere e rinforzare la muscolatura per ridurre il rischio che l’infiammazione ritorni;

  • terapie fisiche locali (laser, ultrasuoni, onde d’urto, fisiokinesiterapia);

  • intervento chirurgico se i trattamenti precedenti non portano a beneficio.


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