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Immagine del redattoreFarmacia Pontevecchio

Passeggiate sul mare? whynot


Si chiama sup, acronimo di Stand up paddle. Ed è una delle discipline più amate da chi pratica sport in acqua. A metà strada fra canoa e surf, permette di “passeggiare” su laghi, fiumi e mare stando in piedi su una grossa tavola e remando con l'apposita pagaia.

E’ un’attività da praticare da soli o in compagnia e uno sport completo accessibile a tutti, con qualche accorgimento per provare sensazioni piacevoli da subito, abbronzarti e tonificarti divertendoti! In piedi sull’acqua, quest’estate non hai bisogno di una barca per goderti il mare! E, a differenza di una camminata o una pedalata, puoi praticarlo anche con 40 gradi all’ombra perché è uno sport freschissimo!



La pratica di questa disciplina non è particolarmente difficile, anche se è consigliato un corso base per i principianti. Bisogna naturalmente munirsi di due attrezzi fondamentali: tavola e pagaia. E poi di un laccio che si attacca alla caviglia per evitare di allontanarsi troppo dalla tavola in caso di caduta. Questo sport può essere praticato anche in inverno, e allora occorre acquistare anche una muta da surf. Si comincia pagaiando in ginocchio e su corsi d'acqua piatti, per imparare a trovare l'equilibrio. Il passo successivo è alzarsi in piedi e pagaiare anche sulle onde.




A causa della conformazione del bacino e del baricentro basso, la pratica del SUP risulta particolarmente adatta alle donne che attraverso di essa, specialmente se svolta su acqua piatta, hanno anche la possibilità di mantenere il peso corporeo sotto controllo. Il lavoro costante e con ritmo cardiaco vicino al 75% della FCMax, infatti, permette al Surfer di lavorare entro la soglia lipolitica, la migliore per bruciare grasso corporeo. L’allenamento su onda è invece più intenso e dinamico e consente di stimolare il cuore su soglie cardiache oltre l’85% della FCMax, ovvero come svolgere una seduta cardiovascolare interval training di 3 minuti low e 1 minuto high: il minuto high rappresenta il momento in cui si cavalca l’onda con frequenze cardiache che possono sfiorare il 90% della FCMax mentre i 3 minuti low rappresentano invece la fase necessaria per aspettare una nuova onda e si svolge a ritmi cardiaci vicini al 60% della FCMAx. Questi ultimi momenti sono fondamentali per recuperare il fiato e affrontare il nuovo lavoro ad alto impatto. Ciò premesso, negli allenamenti SUP è utile avvalersi di un cardio frequenzimetro al fine di tenere sempre sotto controllo la frequenza cardiaca. 

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