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  • Immagine del redattoreFarmacia Pontevecchio

Ho il Diabete: che faccio?

Aggiornamento: 6 nov 2018

Consigli su come alimentare il cane con la glicemia alta



Il diabete è una malattia endocrina, associata ad una carenza o mancata produzione di insulina da parte del pancreas. E’ un ormone che regola il metabolismo dei carboidrati.

Nel cane diabetico si ha una ridotta o assente produzione di insulina. Se questa manca, si instaura un disturbo nel cane, il quale non è più in grado di regolare la concentrazione degli zuccheri nel sangue.

Questo fa sì che gli zuccheri assunti non riescano ad essere utilizzati e stoccati sotto forma di energia o grasso, ma rimangano costantemente nel circolo sanguigno.

Il valore degli zuccheri nel sangue, (cioè la glicemia), sarà quindi sempre alto, anche a digiuno, quando invece dovrebbe essere basso.

Alcune razze come gli Yorkshire terrier, Tibetan terrier, Border terrier, Cairn terrier, Samoiedo, Keeshond, Barbone nano, Setter inglese e molte altre, sembrano essere particolarmente predisposte, ma non per questo tutti i soggetti ne soffrono.

Sintomi

E’ da considerare che il cane diabetico non riesce ad utilizzare gli zuccheri come fonte energetica e che l’organismo quindi reagisce distruggendo molti più grassi di quanti ne ha bisogno, con conseguente dimagramento, che diventa anche consumo muscolare in casi gravi.

E’ questo infatti uno dei sintomi: la perdita di peso.

La mancanza di energia derivata dalla ridotta assimilazione degli zuccheri e maggior consumo di grassi e proteine, aumenta anche il senso della fame, l’ultimo sintomo classico del diabete, riassunto nelle quattro P:

  1. Poliuria (aumento delle urine),

  2. Polidpsia (aumento della sete),

  3. Polifagia (aumento della fame),

  4. Perdita di peso.

I cani più frequentemente colpiti da questa malattia sono soggetti adulti tra i 5 ed i 15 anni (più spesso 7-9 anni).

Cosa mangiamo?

Un cane diabetico che non ha altre patologie in corso (problemi renali, pancreatiti, dismetabolismi) dovrebbe essere alimentato con una dieta che riduca al minimo l’innalzamento della glicemia post prandiale. Questa è influenzata dagli zuccheri semplici, che non dovrebbero quindi essere dati.

La dieta dovrebbe contenere una quantità corretta di proteine di alta qualità, meglio se da fonte animale piuttosto che da cereali, insieme a fibre solubili e non (orzo, avena, segale, legumi) che formano un gel a livello intestinale che assorbe gli zuccheri. Riso, frumento, mais e patate dovrebbero essere ridotti, o eliminati avendo un indice glicemico più alto.

La quantità di fibra è comunque da valutare da soggetto a soggetto in quanto spesso infiammano l’intestino. Sarà bilanciata in modo differente se il cane è sottopeso o sovrappeso. Nel primo caso, dovrà essere data la priorità al guadagno di massa muscolare che dovrà essere monitorata e valutata durante i diversi controlli programmati.

I grassi dovranno essere comunque presenti, servono per il metabolismo e sono una fonte alimentare che mantiene la glicemia costante e bassa (unico alimento con questa caratteristica).Una buona integrazione di omega 3 avrà inoltre effetti benefici sull’organismo in generale in quanto hanno un forte potere antinfiammatorio.

Inoltre si dovrebbe cercare di essere rigorosi nella somministrazione di due soli pasti, evitando piccoli premi.

Attenzione alla Chetoacidosi

E’ una situazione in cui l’organismo, che è rimasto troppo a lungo senza fonte di energia proveniente dal glucosio, a causa dell’assenza dell’insulina o per mancanza o per ridotta sensibilità all’ormone, comincia a consumare i grassi per recuperare energia.

Questi, producono sostanze tossiche, chiamate chetoni, che si riversano nelle urine entro le quali verranno identificati ma che, circolando nel sangue provocano sintomi quali:

  • anoressia,

  • nausea (vomito),

  • letargia.

E’ una emergenza veterinaria ed il cane necessita il ricovero urgente. E’ più frequente soprattutto in soggetti obesi, in cui la resistenza all’insulina risulta più marcata.



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